Secondo una recente analisi condotta dal portale immobiliare Idealista, la quota del reddito familiare necessaria per l’acquisto di un’abitazione è aumentata di un punto percentuale nell’ultimo anno, raggiungendo il 19,5%.
Allo stesso tempo, la percentuale del reddito familiare richiesta per la locazione è salita di oltre 2 punti percentuali, arrivando al 26,8% nel primo trimestre del 2024.
Lo studio prende come riferimento gli appartamenti “trilocale” e fotografa l’impegno economico richiesto per la casa da parte delle famiglie italiane, come indicatore per valutare la sostenibilità della spesa relativa.
Come dichiarato dallo stesso portale, nel caso della compravendita viene presa in considerazione la percentuale del reddito familiare netto annuo (ISTAT) destinato all’acquisto di un trilocale nella zona d’interesse identificata, un contributo iniziale del 20%, un mutuo di 30 anni e un tasso di interesse in linea con l’aggiornamento mensile dalla BCE.
Il calcolo viene effettuato utilizzando il prezzo mediano di zona, al quale viene scontato il margine di negoziazione.
Rilevanza dell’impegno economico per l’acquisto:
Nel contesto dell’attuale mercato immobiliare italiano, emerge un quadro complesso riguardo la quota di reddito necessaria per il pagamento delle rate del mutuo o del finanziamento richiesto per l’acquisto di una casa rispetto all’affitto.
Secondo recenti dati, in 34 capoluoghi italiani il “tasso di sforzo” finanziario per l’acquisto di un immobile raggiunge livelli significativamente alti, superando la media nazionale del 19,5%.
Tra le città dove la quota per l’acquisto di una nuova abitazione supera il livello di guardia del 30% del reddito familiare consigliato dagli esperti, spiccano Venezia (39,7%), Bolzano (36,2%), Milano (35,9%), Rimini (33,5%), Napoli (33,4%) e Firenze (30,3%).
Roma e Bologna, pur figurando ai primi posti della graduatoria, si collocano poco sotto tale livello, rispettivamente al 28,2% (27,7% nel marzo 2023) e al 26,5%.
Al contrario, altre 72 città capoluogo registrano un tasso di sforzo per l’acquisto inferiore alla media nazionale, con variazioni che vanno dal 19,4% di Brescia al 6,1% di Biella, che si conferma come il capoluogo con il minor impatto finanziario per l’acquisto di un’abitazione in Italia.
Rispetto all’anno precedente (primo trimestre 2023), si osserva un significativo aumento del tasso di sforzo per l’acquisto in 82 capoluoghi italiani, con aumenti che vanno dal +5,2% di Pesaro al +0,1% registrato a Cremona e Varese.
Napoli (+3,8%) segna il maggiore incremento anno, seguita da Firenze (+3,7%).
Milano è l’unico grande mercato a evidenziare un calo (-1,7%) nel medesimo periodo.
Inoltre, tra i 22 capoluoghi dove la quota di reddito familiare necessaria per l’acquisto di una casa è diminuita, spicca Bolzano con il maggiore ribasso (-6,3%).
La situazione Provinciale: a livello provinciale, è sempre Bolzano a mettersi in luce come la provincia con il tasso di sforzo più elevato per l’acquisto di un’abitazione, raggiungendo il 39,7%.
Seguono da vicino Savona (35,6%), Imperia (34,4%) e Rimini (33,9%), evidenziando una significativa pressione economica sulle famiglie in queste aree.
Napoli (29,6%), Milano (26,7%), Venezia (26,6%), Firenze (26,4%) e Roma (25,5%) sono altre province in cui si registra un notevole impegno finanziario per l’acquisto di una casa.
Dall’altro lato dello spettro, spicca Biella con un tasso di sforzo del 5,1%, confermandosi come la provincia dove l’acquisto di un’abitazione richiede uno sforzo economico meno impattante rispetto alla media nazionale.
Anche nelle province italiane, l’impegno finanziario per l’acquisto di una casa è in aumento nella stragrande maggioranza delle aree monitorate (90), confermando la tendenza diffusa nel mercato nazionale.
Solo in 16 province si sono registrati cali, mentre Avellino si distingue per aver mantenuto un tasso di sforzo invariato rispetto all’anno precedente.
“Sforzo” per la locazione:
L’impegno finanziario delle famiglie italiane per l’affitto cresce in numerose città italiane nell’ultimo trimestre, precisamente in 60 capoluoghi sugli 82 monitorati in questo report.
Sei città italiane superano il 30% consigliato dagli esperti per lo sforzo nell’affittare una casa con due camere da letto.
Firenze si distingue con la percentuale più alta, raggiungendo il 42,8% del reddito familiare necessario per affittare, seguita da Como (42,4%), Napoli (41,2%), Milano (41%), Venezia (38,8%) e Brescia (30,5%).
Al di sotto di questi livelli, ma comunque sopra la media nazionale, troviamo Barletta (29,5%), Bolzano (28,6%), Padova (27,7%) e Cagliari (27,6%).
Complessivamente, 78 capoluoghi italiani presentano un tasso di sforzo per la locazione inferiore alla media nazionale del 26,8%, con Bologna (26,6%) e Roma (26,5%, 32,2% nel marzo 2023) in testa ad una lista che vede Enna e Vibo Valentia come le città meno onerose per le tasche degli inquilini, richiedendo solo l’11,9% del reddito familiare da destinare alla locazione.
Nel contesto dei principali mercati urbani, l’impegno finanziario per l’affitto è cresciuto nell’ultimo anno a Napoli (+8,4%) e Torino (+3,4%), mentre è diminuito a Milano (-1,8%) e in particolare a Roma (-5,7%).
La situazione Provinciale: guardando alle province, ben 24 aree superano la media nazionale del 26,8% per la quota di reddito familiare destinata all’affitto.
La provincia di Ravenna spicca per richiedere il maggior sforzo alle famiglie, con una media del 52,7% del reddito da destinare per l’affitto.
La seguono Lucca e Milano, rispettivamente con il 50% e il 46,1%, mentre le variazioni superiori alla media italiana spaziano dal 36,4% di Firenze al 27% di Teramo.
Al contrario, lo sforzo minore è richiesto nelle province di Biella (12,1%), Terni (13,2%) e Alessandria (13,7%).
Fonte: Idealista – 9 maggio 2024