BANCA D’ITALIA: moderata crescita dei prezzi delle abitazioni e del numero di compravendite, soprattutto nel secondo semestre del 2023

Immagine relativa al rilevamento della BANCA D’ITALIA, sulla moderata crescita dei prezzi delle abitazioni e del numero di compravendite, soprattutto nel secondo semestre del 2023

Nel “Rapporto sulla stabilità finanziaria” di aprile 2024, la Banca D’Italia rimarca come nel 2023 i prezzi delle abitazioni siano continuati a salire moderatamente in termini nominali e tornati a crescere, anche in termini reali, grazie alla diminuzione dell’inflazione.

Nel complesso, gli sviluppi del mercato immobiliare comportano un basso rischio per la stabilità finanziaria in Italia e, anche nel comparto degli immobili commerciali, le compravendite sono aumentate e si è attenuato il calo dei prezzi.

I fattori di vulnerabilità per il settore delle famiglie rimangono contenuti, anche se resta elevata l’incertezza sulle prospettive economiche.
Il rapporto tra indebitamento e reddito disponibile, già basso nel confronto internazionale, si è ulteriormente ridotto. La qualità del credito resta buona, anche se i mutui a tasso variabile mostrano segnali di leggero deterioramento a causa dell’alto livello dei tassi.

Nel secondo semestre del 2023 in Italia, come premesso, è proseguita la moderata crescita dei prezzi degli immobili residenziali e sono tornate a espandersi le compravendite.
In termini reali, alla fine del 2023 i prezzi hanno registrato una variazione sui dodici mesi positiva per la prima volta dopo due anni.

Secondo gli ultimi dati della piattaforma digitale Immobiliare.it, la domanda di abitazioni è rimasta debole nei primi mesi del 2024.

Le stime effettuate dalla Banca d’Italia, nello studio di ottobre 2018 “La previsione dei prezzi degli immobili residenziali in Italia“, che ha esaminato la capacità previsiva di diversi modelli dei prezzi delle abitazioni in Italia, segnalano che la crescita dei prezzi delle abitazioni rallenterebbe nel corso del 2024, per arrestarsi nel 2025.

Inoltre, considerando le tendenze di lungo periodo, gli indicatori che consentono di valutare le dinamiche del mercato residenziale continuano a non evidenziare rischi di sopravvalutazione.
Nel comparto non residenziale le compravendite sono tornate ad aumentare nella seconda metà del 2023, con un’attenuazione della diminuzione dei prezzi.


Mutui: nel corso del 2023 la crescita dei prestiti alle famiglie da parte di banche e società finanziarie si è progressivamente attenuata, fino ad azzerarsi.
Il tasso di interesse medio sui prestiti in essere per l’acquisto di abitazioni ha continuato a crescere fino al terzo trimestre del 2023, per poi mantenersi stabile (al 3,1% a febbraio del 2024, dal 2,3% di dicembre del 2022).

A partire dagli ultimi mesi dello scorso anno il costo dei nuovi mutui a tasso variabile si è stabilizzato attorno al 5% e quello dei mutui a tasso fisso si è ridotto al 3,6% (dal 4,0% dello scorso settembre).
In linea con l’ampliamento di questo differenziale, nel 2023 oltre il 60% dei mutui erogati è stato a tasso fisso (49,6% nell’area dell’euro), confermando la propensione delle famiglie italiane a scegliere il tipo di prestito che garantisce rate iniziali più basse.

La quota di mutui a tasso fisso era pari ai due terzi delle consistenze complessive, a dicembre del 2023.
Nel corso del 2023 la quota di famiglie con almeno una rata in ritardo è leggermente aumentata, sebbene si mantenga inferiore alla media degli ultimi dieci anni.


La situazione nell’area euro: nel secondo semestre del 2023, riflettendo soprattutto la dinamica osservata in Germania, i prezzi delle abitazioni nell’area dell’euro hanno continuato a diminuire in termini tendenziali (-1,6%), pur stabilizzandosi sui livelli della prima metà dell’anno.
Nel comparto commerciale le quotazioni sono nuovamente scese nei principali paesi dell’area.


Fonte: BANCA D’ITALIA – 30 aprile 2024